Pelé, la vita di un campione sul grande schermo
Pelé si propone come il film biografico del celebre campione brasiliano, raccontando quella che è la sua storia, il suo percorso ad ostacoli che lo ha portato ad essere uno dei calciatori più amati ed apprezzati a livello internazionale, ma anche un simbolo del riscatto dei giovani delle favelas di Rio de Janeiro.
Cast e produzione
Pelé: nascita di una leggenda, ha raccolto un ottimo cast, che contava tra gli altri la stella del calcio di cui vuole raccontare la storia, O Rey. Pelé infatti appare in un cammeo pensato apposta per lui.
Il calciatore è in realtà interpretato da Kevin De Paula quando è più grande, mentre per le scene della sua infanzia il volto è prestato dall’ancora più giovane Leonardo Lima Carvalho. Altri attori dai nomi celebri sono Diego Boneta, Vincent D’Onofrio, Rodrigo Santoro.
Rilasciato nelle sale di tutto il mondo nel 2016, è stato diretto dai fratelli Zimbalist, Jeff e Michael, che hanno lavorato per la casa di produzione Imagine Entartainment
Il successo del film
Vuoi per la celebrità del personaggio di cui si racconta la vita, per la grandissima pubblicità che ha accompagnato il lancio, per la curiosità che esso aveva scatenato e per la passione viscerale di moltissimi ragazzi e ragazze innamorate del pallone, il film ha avuto un ottimo riscontro. Pelé: nascita di una leggenda, ha riscosso praticamente ovunque un enorme successo. D’altronde tutta la pellicola è stata girata in Brasile, a Rio de Janeiro, di conseguenza era anche un evento per il Paese e per la città stessa, rappresentata a tutto tondo dalle favelas ai quartieri bene dei ricchi.
Il film fin da subito si presenta come la biografia del campione sudamericano, da moltissimi considerato il migliore di tutti i tempi, posto che si gioca da decenni con un altro campione del Sud America: Diego Armando Maradona.
La pellicola ripercorre tutti i momenti fondamentali della sua carriera, dall’inizio fino al successo travolgente e la conquista degli stadi e dei titoli più importanti del mondo, tra cui proprio il mondiale, che la stella brasiliana vinse da protagonista quando aveva solo diciassette anni, nell’edizione che si era tenuta in Svezia. Eravamo nel 1958, ed era il primo successo della selezione brasiliana in un campionato del mondo.
Tutta la pellicola è un inno e una glorificazione di Pelè, m non mancano i momenti di riflessione e di profonda tristezza: l’infanzia del campione, ad esempio, tra povertà e difficoltà, è iconica quanto difficile. Anche per questo la vita di Pelé è di enorme ispirazione per tutti quei ragazzi, brasiliani e non solo, che sognano il successo palleggiando con un pallone. In particolare, ci sono tre momenti ben rappresentati dal film, che sono altrettanti snodi della carriera di O Rey. Il primo è la partita con cui si fece notare da un osservatore di un celebre e vincente club brasiliano, il Santos, da cui la sua carriera decollerà. Il secondo è il provino proprio per questa squadra, in cui Pelé sbalordirà tutti, e infine la partita che porterà alla vittoria del mondiale del 1958.
Dove il film fallisce
Per quanto la storia di Pelè possa affascinare, nella pellicola emergono alcune criticità. Intanto il calcio è forse lo sport meno facile da rendere dietro la cinepresa, almeno tra quelli celebri, e quindi diventa difficile trascinare lo spettatore dentro la tensione delle partite. La scelta di usare il rallenty per sottolineare le azioni decisive non fa che appesantire la pellicola da questo punto di vista.
Anche la sceneggiatura appare debole, più appropriata in una serie tv di bassa qualità che in un titolo così atteso. Le criticità più grandi riguardano però lo stesso Pelè, troppo semplificato e senza sfaccettature: la sensazione è quella di vedere un ragazzo in balia degli eventi, che a tratti è il migliore con il pallone tra i piedi e a tratti è rimpallato dalla realtà che si trova intorno. Il personaggio pare infatti stucchevole in più di un’occasione, con spezzoni che sembrano fatti apposta per sottolineare quanto egli sia bello e buono, senza macchia e senza paura.
Per contraltare, altri calciatori sono ritratti in maniera ignobile, come nei casi di Garrincha e Altafini, o peggio ancora, l’allenatore Feola. Apprezzabile, nonostante questo, l’inteRpretazione dei due attori, Lima Carvalho e De Paula, così come di tutto il resto del cast. Un film consigliato per gli appassionati quindi, ma da evitare per gli altri.