Encanto, la Disney prova a rinnovarsi e ci riesce: la recensione
Da tempo Disney sta cercando di cambiare, sia a livello di tematiche che a livello di personaggi e ambientazioni per le sue storie. Encanto è forse l’apoteosi di questo cambiamento: ambientazione colombiana, personaggi innovativi e ben caratterizzati, temi importanti, musiche e coreografie meravigliose. Encanto è forse il prodotto Disney più riuscito degli ultimi tempi, sicuramente uno dei migliori in assoluto. Abbiamo già parlato di un altro film Disney, Luca”, vediamo quindi questo ultimo successo.
Cast e produzione
Va detto subito che per godersi appieno le musiche e i dialoghi Encanto deve esser visto in inglese. Non per togliere nulla all’ottimo doppiaggio in Italiano, ma i testi e la musica sono del celebre Lin Manuel Miranda, già famoso per capolavori teatrali come Hamilton, vincitore di moltissimi premi, o In the Heights.
Inoltre, Disney ha raccolto bravissimi cantanti, oltre che ottimi doppiatori, per cui Encanto va visto in inglese per goderne appieno. Abbiamo Stephanie Beatriz che presta la sua voce alla protagonista, Mirabel madrigal, Maluma come Mariano, john Leguizamo come Bruno, uno dei perosnaggi più riusciti, Wilmer Valderrama come Agustin Madrigal, Diane Guerrero e Jessica Darrow per impersonare le due sorelle di Mirabel, rispettivamente Isabela e Luisa Madrigal. Adassa è invece Dolores, mentre Carolina gatian interpreta Tia Pepa Madrigal. Come anticipato, tutte le musiche e le colonne sonore sono state scritte da Lin Manuel Miranda.
Una trama innovativa
Encanto è un capolavoro che ha richiesto anni di preparazione. Tutti i personaggi sono stati studiati per lungo tempo, per ricreare le giuste atmosfere e i giusti legami famigliari. Tutta la trama, infatti, ruota attorno alla famiglia Madrigal, che anni prima ha ricevuto un dono magico: si tratta di una normale candela che, in un momento di difficoltà, ha salvato la capostipite della famiglia, Abuela Alma (impersonata da Maria Cecilia Botero) e con la sua luce ha costruito una casa e un’oasi di pace per tutta la famiglia. Non solo: l’abitazione è animata, e interagisce con i suoi abitanti per aiutarli nelle piccole faccende quotidiane, ma sopratutto si amplia quando nasce un nuovo membro della famiglia, costruendo una stanza apposita.
Infine, la candela è in grado di conferire un potere ad ogni Madrigal, che si sviluppa in base alla personalità di chi lo riceve. In quel momento, chi riceve il dono apre la porta della stanza che la casa ha costruito per lui la prima volta, e da quel momento metterà il suo potere al servizio della comunità, che negli anni si è riunita attorno alla famiglia Madrigal.
I poteri pensati dagli sceneggiatori sono i più vari, e tutti arricchiscono il personaggio: c’è chi controlla gli elementi atmosferici, chi ha la super-forza, chi parla con gli animali, chi cura qualsiasi ferita con uno spuntino. Solo Mirabel non ha acquisito nessun potere, e tutti in famiglia temono che il potere si sia esaurito. Durante il cartone animato, che può essere visto anche come il percorso di formazione della ragazza, essa cercherà di salvare la magia della famiglia, mentre i rapporti tra i suoi fratelli e i genitori si fanno sempre più tesi.
Perchè Encanto funziona
Encanto funziona perché gli elementi magici sono inseriti in un contesto realistico, e non vanno a modificarlo in alcun modo. Il cartone animato vuole utilizzare i poteri dei suoi personaggi per veicolare messaggi, non per rendere più spettacolare tutta la produzione.
Sicuramente il messaggio che Encanto vuole lanciare è quello che tutti siamo speciali, e che i poteri non devono essere per forza evidenti e manifestarsi sempre, ma solo quando ce n’è davvero bisogno. Inoltre, come in molte altre produzione Disney, l’amore è messo al centro, così come l’importanza dei legami famigliari, del rispetto, dell’accettazione di tutte le diversità e di tutte le difficoltà che anche i più forti possono incontrare sul loro percorso. Un plauso infine a Miranda, che ha creato una canzone più bella dell’altra, tra cui il tormentone We don’t talk about Bruno.